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Ogni fotografo che si è imbattuto nella realizzazione di una esposizione delle proprie foto sa quanto sia difficile farlo. Scegliere tra tutte le foto fatte e metterle insieme in un progetto che abbia un senso dove sono collegate tra di loro non è cosa da poco.
Chiunque riguardando le proprie immagini ci vede qualcosa di personale che nessun altro ci vede, perché quel momento è stato particolare e unico solo per chi stava dietro l’obiettivo. Ed è così che possono sorgere i dubbi nella scelta per paura di mettere qualcosa di troppo personale. In questo gioca infatti l’esperienza, e trovo che sia giusto talvolta nel mettersi in gioco anche con lo scopo di capire i feedback delle persone che assistono alla tua mostra.
A maggio 2017, mentre erano esposte le mie foto al Ristorante Plaz di Firenze con “Luci del Tibet”, sono stato contattato da un professore di una università per stranieri, Giovanni Rossiello del FUA (Florence University of the Arts).
Ci siamo incontrati e mi ha spiegato che i suoi studenti cercavano del materiale fotografico per gli studi finali che stavano facendo dove avrebbero pensato loro all’organizzazione e promozione di una mostra. L’idea mi è subito piaciuta, una cosa nuova che capita raramente per chi è come me.
Abbiamo fatto un primo incontro dove mi hanno intervistato, chiedendomi varie cose, da dove ho cominciato a quello che faccio o che farò. Successivamente ci siamo tenuti in contatto dove io ho presentato il mio materiale di vari anni di viaggio e dove loro hanno scelto. Presumo sia stato altrettanto difficile per loro la scelta. Dopo di che mi hanno comunicato le foto candidate e ho pensato alla post produzione finale e la stampa, mentre loro stavano costruendo la locandina (ne hanno fatte 2 con due foto diverse) e la pubblicizzazione su vari siti internet mentre altri creavano il catalogo delle foto.
Il titolo che hanno scelto è “The Traveler’s lens” perché hanno preferito fare una rassegna delle foto che rappresentano il mio stile nei viaggi che andavano dalla Bolivia al Perù al Tibet e il Nepal. Un punto di vista che si lega in tutte le foto. Legato ai colori e le inquadrature.
Hanno allestito le foto presso il Ganzo e il 12 Luglio 2017 c’è stata l’inaugurazione.
E’ stata un’esperienza molto bella e interessante. I ragazzi e il professore sono stati molto bravi a mio giudizio. Ero curioso da subito di vedere le foto che avevano scelto, così come il titolo e l’allestimento. Mi ha fatto pensare e ripensare molto a quello che ho fatto in tutti quei viaggi. Ci sono foto che non avrei creduto piacessero così tanto e che mi hanno lasciato piacevolmente sorpreso quando me ne chiedevano la storia che c’era dietro. E’ stato come andare dallo psicologo dei fotografi per farsi analizzare. Non avevo mai notato certi aspetti che si ripetevano nella mia fotografia di questi anni.
Consiglio ed auguro a tutti un’esperienza del genere. Potrebbe essere suggerito come esercizio per tutti i fotografi.
E’ possibile vedere online il catalogo presso questo link: https://issuu.com/fuacatalogs/docs/catalog_the_traveler_s_lens